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La Mimosa, regina della primavera

Una delle piante più conosciute è la Mimosa, ma andiamo a capire che piante è perchè bisogna sapere alcune cose. Innanzitutto è una pianta che viene da lontanissimo perchè è originaria della Tasmania, dell’Oceania. E’ stata importata verso la seconda metà dell’800 per la bellezza e vistosità dei suoi fiori, questi “pon pon gialli”. Il fiore ha un capolino globoso e gli stami fanno questo gioco creando un pon pon giallo accesissimo. La mimosa, in realtà il nome scientifico è Acacia dealbata, è infatti un’acacia: quando noi leggiamo “miele d’acacia”, questo famoso miele d’acacia viene da piante della famiglia della Mimosa. E’ una leguminosa, quindi della stessa famiglia del pisello, della lenticchia, del carrubo. Leguminosa vuol dire che sono piante che hanno sviluppato una capacità rispetto alle altre. Le piante bisogna concimarle perchè sono ghiotte di azoto, azoto però preso in forma minerale che si deve trovare nel terreno. Le leguminose stringono dei rapporti con dei microrganismi sotto la terra e questo azoto riescono a prenderselo dall’aria e l’aria è quasi tutta formata da azoto perciò quando parliamo di piante leguminose sappiamo che non dobbiamo preoccuparci troppo per le concimazioni, perchè ce la fanno da sole. Loro amano un terreno tendente all’acido, in realtà la mimosa acacia dealbata ama terreni molto acidi tanto è vero che i produttori la innestano su un’altra specie di acacia che resiste meglio a terreni non troppo acidi e se andiamo a vedere nel dettaglio il fusto, vediamo che c’è proprio un innesto. Questo viene fatto perchè così il nostro apparato radicale dell’acacia più resistente non sarà soggetto a clorosi o tutte quelle fiosiopatie dovute alla mancanza di acidità.

E’ una pianta che possiamo permetterci in vaso, da andare ad aumentare gradualmente negli anni. Ovviamente in vaso non raggiungerà dimensioni eccessive, al contrario in piena terra in Tasmania arriva anche a 20 metri. In Italia invece può raggiungere 10/15 metri. Per questo motivo bisogna ragionare bene su dove andare a mettere una mimosa, soprattutto perchè hanno un apparato radicale che si sviluppa molto in superficie, perciò se siamo vicini a muretti, a recinzioni o a ostacoli la nostra mimosa ne soffrirà. Ha la stessa appartenenza alla famiglia del glicine e ce ne accorgiamo perchè dopo la fioritura la mimosa sviluppa il frutto, un baccello nero lunghissimo come un legume. E il glicine dopo la fioritura fa una specie di baccello a fagiolo e già qui si capisce che la famiglia è la stessa. Quando vogliamo metterla in terra capiamo bene che questa pianta diffonde le radici in superficie e bisogna stare attenti. L’acacia dealbata viene usata per consolidare i terreni; in scarpate dove il terreno è friabile, ha proprio questa capacità di avere le radici che si allargano e trattengono bene il terreno ed è una pianta pioniera, ossia che è una delle prime a colonizzare zone vulcaniche proprio per questa facilità di radicazione superficiale. Se noi decidiamo di avere una mimosa, che sia in vaso o in terra, alle nostre dipendenze dobbiamo sapere che non dobbiamo esimerci dal fare delle potature regolari su questa pianta. Post fioritura, dopo quest’esplosione di colore, andiamo a potare la nostra mimosa, serve sempre un sostegno come una bacchettina quando la pianta è giovane e ha un fusto molto esile all’inizio e può prendere forme scomode, perciò per darle una corretta crescita verso l’alto, la dobbiamo ancorare ad un sostegno. Fatto questo, dopo la fioritura, andiamo a liberare la nostra mimosa dal grappolo sfiorito, post fioritura. La fioritura parte dal basso, i pon pon sono molto più aperti sotto per poi arrivare agli apici che devono ancora aprirsi.

Tornando alla potatura, la nostra mimosa ha un portamento molto disordinato perciò dobbiamo riportarla ad una forma più armoniosa quindi tutti i getti che vanno troppo fuori chioma, andiamo a ridurli. In esemplari piccoli la potatura sarà minima; la nostra mimosa tenderà ad allagare i suoi rami, mantenendo questa sua impalcatura orizzontale, dobbiamo creare una forma piramidale, quindi andiamo a creare una sorta di punta con la potatura. Questo fa sì che rimarrà meno soggetta alla rottura dei rami, resisterà alle intemperie, nonchè esteticamente ha questa forma più armoniosa, perchè è una pianta “spettinata”. La mimosa è abituata ad ambienti umidi, perciò sarebbe opportuno oltre che irrigare la terra, anche annaffiare un pochino la chioma, però non si fa con acqua fredda e con acqua ricca di calcio, quindi evitiamo di annaffiare la chioma. Preoccupiamoci  di annaffiare il pane radicale lasciando sempre asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. D’inverno se posta in piena terra non preoccupiamoci assolutamente di dare acqua. D’estate irrigazioni un po’ più frequenti. Il terreno è tendente all’acido, perciò al nostro terriccio universale mescoliamo della torba che ci dà quell’acidità e un po’ di sabbia di fiume che ci dà il drenaggio e abbiamo un composto utilissimo alla mia mimosa. E’ una pianta da esterno, ma teme climi rigidi. Se la teniamo in vaso preoccupiamoci ogni due anni di aumentare gradualmente questa misura del vaso in maniera graduale. Non va messa subito su un vaso troppo grande rispetto alla sua struttura perchè se no daremmo precedenza alle sue emissioni radicali, ossia sviluppano più le radici che la chioma. E’ una pianta di una delicatezza infinita.

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